Il tumore è una patologia caratterizzata da cellule che crescono in modo svincolato dal contesto in cui si trovano. Le cellule del nostro corpo ricevono dei segnali che indicano loro quando cre...
Il tumore è una patologia caratterizzata da cellule che crescono in modo svincolato dal contesto in cui si trovano. Le cellule del nostro corpo ricevono dei segnali che indicano loro quando crescere e moltiplicarsi e quando tale crescita deve arrestarsi. Nel tumore tali cellule non rispondono ai segnali di controllo e crescono irregolarmente a volte diffondedosi in diverse parti del corpo.
LA CAUSA DELLO SVILUPPO DEI TUMORI HA ORIGINI GENETICHE
Il tumore è una patologia che coinvolge il DNA. Nel DNA ci sono tutte le istruzioni che regolano lo sviluppo dell’ organismo. Il DNA è contenuto nei nuclei delle cellule. Il DNA è ripartito nei cromosomi, nella specie umana ne contiamo 46, 23 materni e 23 parterni. Nel DNA zone particolarmente organizzate costituiscono i geni. Alcuni geni se mutano possono indurre lo sviluppo di tumori. In alcuni tipi di tumore la mutazione può interessare solo le cellule somatiche, in questo caso lo sviluppo si manifesterà unicamente nel soggetto portatore della mutazione, ma se la mutazione dovesse interessare geni delle cellule germinali potrebbe verificarsi la possibilità di trasmettere ai figli una suscettibilità allo sviluppo di tumori.
I TUMORI EREDITARI
Una piccola (ma significativa) percentuale dei tumori sono ereditari. Si stima che circa 7% dei tumori alla mammella, il 10% dei tumori ovarici, e circa il 5-10% dei tumori al colon, siano causati da mutazioni ricorrenti a livello di geni specifici.
PERCHÈ RICORRERE AL TEST DI PREDISPOSIZIONE GENETICA
La diagnosi precoce dei tumori, con la possibilità di individuare i soggetti a rischio di sviluppare una neoplasia, è oggi il miglior metodo per ridurre la mortalità per cancro. Determinare se un soggetto presenta o meno una mutazione in uno dei geni coinvolti nella trasformazione neoplastica che lo predispone allo sviluppo del tumore (suscettibilità o predisposizione genetica) può contribuire notevolmente a diminuire l’incidenza della mortalità.
I DESTINATARI DEL TEST
Il test di predisposizione genetica è indirizzato a quelle persone che, valutati i precedenti familiari, possiedono un elevato rischio di essere portatori di mutazione germinale, in maniera tale da consentire un più accurato controllo clinico indirizzato ad una diagnosi precoce del tumore e ad un conseguente immediato intervento chirurgico e terapeutico.
Prima di fare ricorso al test è, quindi, indispensabile eseguire una dettagliata anamnesi mediante la quale si può valutare l’effettivo rischio di ereditarietà tumorale in un determinato gruppo familiare.
BENEFICI DEL TEST
L’identificazione dei portatori di mutazioni che predispongono allo svilluppo delle patologie neoplastiche rappresenta un affidabile metodo per facilitare una diagnosi precoce dei tumori. I membri di famiglie ad alto rischio possono sottoporsi all’esame per accertare se sono portatori di una specifica mutazione, e con questa informazione può essere organizzato un adeguato programma di controllo volto alla realizzazione di una diagnosi tumorale precoce.
Il test genetico può quindi apportare notevoli benefici, quali:
- identificazione dei membri di una famiglia che sono ad alto rischio di sviluppare il tumore;
- opportunità di aumentare il controllo medico in maniera tale da facilitare la diagnosi precoce del tumore (es. mediante il ricorso a mammografie e colonscopie precoci ed a frequenti esami clinici);
- la conoscenza della possibilità di trasmissione della mutazione alla progenie; valutazione di eventuali profilassi operatorie.
TEST DI PREDISPOSIZIONE GENETICA ALLO SVILUPPO DEL TUMORE ALLA MAMMELLA E ALL’OVAIO
Attualmente il test di suscettibilità genetica più ampiamente utilizzato è quello che prevede l’analisi di mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2, che rappresentano i due principali geni resposabili della predispozione ereditaria per il tumore del seno e dell’ovaio. A seguito di approfonditi studi effettuati su famiglie a rischio è stato stimato che le donne che possiedono mutazioni ereditarie a livello dei geni BRCA1 o BRCA2 rishiano di svilupare un tumore al seno nell’87% dei casi, contro il 10% delle non portatrici. Tale probabilità scende tra il 44-60% nel caso di tumore ovarico, contro l’1% di probabilità delle non portatrici.
TEST DI PREDISPOSIZIONE GENETICA ALLO SVILUPPO DEL TUMORE AL COLON (HEREDITARY NONPOLYPOSIS COLON CANCER - HNPCC)
Circa il 4-10% dei tumori colon-rettali sono causati da mutazioni genetiche ereditarie, il 90% delle quali avvengono a livello dei geni MSH2 e MLH1. Nella popolazione generale il rischio di sviluppare un tumore al colon nel corso della vita è attualmente stimato intorno al 6% per quei pazienti (sia uomini che donne) portatori di mutazioni HNPCC, il rischio di sviluppare il tumore al colon è stimato intorno al 75-90%. Le neoplasie non coinvolgenti il colon rappresentano un’importante complicazione di tale patologia, la più comune delle quali è rappresentata dal tumore all’endometrio, il cui rischio complessivo è stato valutato intorno al 30%, contro il 3% della popolazione generale. Il rischio di svillupare un tumore ovarico è 3.5 volte più alto e può insorgere precocemente (20 anni prima rispetto alla popolazione di riferimento).
TEST DI PREDISPOSIZIONE GENETICA ALLO SVILUPPO DEL TUMORE ALLA TIROIDE
Il carcinoma alla midollare della tiroide (MTC) rappresenta circa il 10% della patologie tiroidee. L’80% della forme di MCT sono di natura sporadica, mentre il restante 20% comprende tre diversi tipi di sindromi cancrose ereditarie:
- Neoplasia Endocrina Multipla tipo 2A (MEN2A);
- Neoplasia Endocrina Multipla tipo 2B (MEN2B);
- Carcinoma Familiare Midollare della Tiroide (FMCT).
MCT è riscontrabile come una piccola massa a livello del collo. La probabilità di guarigione in caso di malattia in stato avanzato non è molto elevata, e dipende principalmente dall’invasività del tumore. Fortunatamente, se diagnosticata in tempo, prima di dar luogo a metastasi, questa patologia può essere curata mediante tiroidectomia. Ciascuna della tre sindromi cancerose ereditarie è causate dalla presenza di una mutazione germinale a livello protooncogene RET.
TUMORI COLONRETTALI
I tumori colonrettali rappresentano la seconda causa di mortalità per tumore nel nostro paese sia per l’uomo, sia per la donna. In italia diciottomila nuovi casi sono diagnosticati ogni anno. In oncologia l’equazione diagnosi precoce = risultato ottimale = guarigione del paziente rappresenta al giorno d’oggi l’unica certezza per tutti. L’intestino non si esime da questa regola, fornendo però un paradosso importante: si sa per certo infatti che i tumori di questa regione derivano da neoplasie benigne definite adenomi facilmente diagnosticabili con un esame endoscopico definito colonscopia, tuttavia non si riesce ad ottenere una drastica riduzione di questi. Questo deriva da due fattori: la disinformazione relativa ad una corretta gestione della propria prevenzione e la paura dei pazienti di sottoporsi a questo accertamento diagnostico, quando sono asintomatici o quando sono semplicemente a rischio.
CHE COSA FARE DUNQUE?
Tutti i pazienti che hanno avuto in famiglia un parente stretto con diagnosi di tumore colorettale benigno e/o maligno dovrebbero effettuare il test di predisposizione genetica. Questo ci consente di capire se si ha una reale possibilità di sviluppare il tumore. Per coloro i quali possiedono la mutazione genetica il rischio di sviluppare il tumore al colon è stimato infatti intorno al 75-90%. In questo modo si ha oggi la possibilità di testare la propria predisposizione, mentre per i medici risulta possibile regolare la frequenza ed il tipo degli accertamenti diagnostici. Il test si esegue con un semplice prelievo di sangue e si può effettuare anche dopo aver mangiato. La metodica più importante rimane tuttavia la colonscopia che consente, attraverso un tubo flessibile dotato di luce fredda, di esplorare la totalità del colon e non solo di individuare, ma anche di eliminare lesioni neoplastiche anche solo di pochi millimetri. L’esame risulta però doloroso in una elevata percentuale di persone, per questo motivo abbiamo cercato di rendere l’esame endoscopico il più possibile indolore per il paziente. La ricerca clinica ci ha portato ad approfondire la possibilità di effettuare l’esame endoscopico con il paziente completamente addormentato ed in regime ambulatoriale, ovvero con un suo immediato ritorno a casa utilizzando farmaci anestetici semplici e dotati di massima sicurezza per il paziente, colonscopia in sedazione.
L’esame endoscopico - qualora negativo - andrebbe ripetuto ogni tre anni. Solo in caso di individuazione di polipi andrebbe ripetuto con cadenza periodica che il medico concorda con il paziente caso per caso. Il paziente deve assumere domiciliarmente una soluzione orale per pulire completamente l’intestino prima di eseguire l’esame. Oggi è possibile eseguire l’esplorazione del colon anche attraverso una TAC multistrato che è in grado di valutare l’intera superficie intestinale senza l'utilizzo di sonde. L’esame definito appunto colonscopia virtuale non è ancora così accurato come la colonscopia tradizionale. Può però fornire indicazioni importanti al medico che eventualmente poi decide di eseguire la colonscopia. Anche per eseguire la colonscopia virtuale è necessario assumere una preparazione orale di lavaggio intestinale. Il dialogo continuo con il medico specialista insieme all’esecuzione intelligente e modulata degli esami diagnostici ci può consentire di prevenire in modo accurato i tumori intestinali. Basta con le paure inutili e via con la prevenzione dunque!