Cos'è la calcolosi urinaria?
Il calcolo urinario è una concrezione solida che si forma nelle cavità dell’apparato urinario. L’esatto meccanismo con cui si formano i calcoli non è completamente noto. In linea generale possiamo comunque dire che quando i sali disciolti nelle urine superano una determinata concentrazione precipitano, formando dei cristalli che si aggregano tra loro per costituire il calcolo. I calcoli più comuni sono formati da ossalato di calcio o da sali di acido urico.
I sintomi della calcolosi urinaria.
I calcoli urinari possono decorrere per molto tempo del tutto asintomatici. Quando un calcolo si sposta dalla sua posizione originale può dare origine alla colica renale che è uno degli eventi più dolorosi che si conoscano. La colica renale si manifesta con un dolore acuto, violento, di tipo intermittente, localizzato ad un fianco ed irradiato posteriormente alla regione lombare, anteriormente alla regione genitale. La colica può essere accompagnata da nausea, vomito, sudorazione, senso di gonfiore addominale ed emissione di urine ematiche. La colica renale viene solitamente curata con farmaci antidolorifici.
Diagnosi.
- Ecografia Rrenale: dà indicazioni generiche sulla presenza di calcoli di qualunque natura essi siano purchè siano sufficientemente grandi da poter essere percepiti dall’ecosonda.
- Radiografia diretta dell’addome: permette di visualizzare i calcoli radiopachi cioè quelli contenenti sali di calcio.
- Urografia: è l’unico esame radiologico in grado di svelare la presenza di calcoli radiotrasparenti, di confermare una sospetta calcolosi radiopaca all’interno delle vie urinarie, di precisare l’aspetto morfologico e funzionale del rene.
Terapia dei un calcolo renale.
- Litolisi (scioglimento del calcolo) con terapia farmacologica. La terapia farmacologia (alcalinizzazione delle urine) è attuabile in caso di calcoli di acido urico e porta ad un loro "scioglimento" nel 70% dei casi, a patto che l’urina fluisca regolarmente attorno al calcolo (in caso di ostruzione il deflusso deve essere garantito mediante il posizionamento di un piccolo catetere lungo l’uretere). Per i calcoli di cistina (assai rari) questa terapia è possibile solo in casi limitati.
- Litotrissia extracorporea ad onde d’urto (ESWL). È il trattamento di scelta per la maggior parte dei calcoli urinari. Si tratta di un apparecchio che può frantumare dall’esterno i calcoli nel rene o lungo il condotto urinario. Questa macchina genera onde d’urto che attraversano il corpo, raggiungono il calcolo, lo rompono in piccole particelle simili a granelli di sabbia che, di norma, vengono eliminati con le urine nei giorni o nelle settimane successive. Questo trattamento può essere condotto senza anestesia, necessita di un breve ricovero (1-2 giorni), ma può essere eseguito anche ambulatorialmente e ripetuto più volte. Talvolta è preceduto dalla riposizione di un particolare catetere o "stent" ureterale per meglio consentire il drenaggio delle urine, migliorare i risultati del trattamento e favorire la discesa e la fuoriuscita spontanea dei frammenti.
- Asportazione per via endoscopica. La nefrolitolapassi percutanea e l’ureterorenoscopia vengono eseguite in circa il 10% dei pazienti con calcoli urinari. Le indicazioni sono: calcoli multipli o di grandi dimensioni e difficoltosa localizzazione del calcolo con la macchina per la litotrissia extracorporea.
Cos'è l'ipertrofia prostatica benigna (IPB)?
La Prostata è una ghiandola genitale maschile situata al di sotto della vescica attorno all’uretra, il condotto da cui fuoriesce l’urina. La Prostata produce una secrezione (il liquido prostatico) che partecipa alla formazione del liquido seminale (sperma). Anche lo sperma viene espulso attraverso l’uretra durante l’atto sessuale. Alla nascita la prostata è grande quanto una mandorla.

Durante la pubertà il suo volume aumento sotto lo stimolo degli ormoni maschili (androgeni).
Intorno ai 50 anni, nella maggior parte degli uomini, la prostata aumenta ancora di volume stringendo il canale uretrale e provocando disturbi urinari.
Una patologia comune, presente nel 50% degli uomini con oltre 50 anni 88% degli uomini con oltre 80 anni.
I sintomi principali sono:
- Aumento della frequenza della minzione
- Flusso urinario debole
- Esitazione nell’urinare
- Gocciolamento al termine della minzione
- Necessità di sforzo nell’urinare
- Sensazione di bruciore
Diagnosi dell’ipertrofia prostatica benigna.
L’esplorazione rettale e il PSA (Antigene Specifico Prostatico) effettuato con un banale prelievo ematico permettono di valutare l’accrescimento e la funzionalità prostatica. L’I.P.B. è una patologia benigna caratterizzata da un aumento del volume della ghiandola prostatica L’I.P.B. non è un tumore, né uno stadio iniziale di tumore.
Test per la diagnosi dell'ipertrofia prostatica.
Scala di Punteggio Internazionale della sintomatologia prostatica (I-PSS),validato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Rispondendo alle domande riportate nel questionario il medico potrà diagnosticare l’eventuale presenza di una ipertrofia prostatica per valutare, eventualmente, la gravità e prescrivere, quindi, la terapia più adatta. Per eseguire il test bisogna rispondere ad ognuna delle 7 domande scegliendo tra le possibilI risposte una di quelle indicate nella scala dei punteggi:
- Quante volte nell’ultimo mese ha avvertito un senso di incompleto svuotamento vescicale al termine della minzione?
- Nell’ultimo mese quante volte ha urinato meno di due ore dopo l’ultima minzione?
- Nell’ultimo mese le è mai capitato di dover urinare in più tempi?
- Nell’ultimo mese quante volte ha avuto difficoltà a posporre la minzione ?
- Nell’ultimo mese quanto spesso il getto urinario le è parso debole?
- Quante volte nell’ultimo mese ha dovuto sforzarsi per iniziare ad urinare?
PUNTEGGI PER CIASCUNA DOMANDA
- NESSUNA VOLTA - 0
- < DI 1 VOLTA SU - 5 1
- MENO DELLA METÀ DELLE VOLTE - 2
- CIRCA LA METÀ DELLE VOLTE - 3
- PIÙ DELLA METÀ DELLE VOLTE - 4
- QUASI SEMPRE - 5
7. Nel corso dell’ultimo mese quante volte si è alzato di notte per andare ad urinare?
- MAI 0
- 1 VOLTA 1
- 2 VOLTE 2
- 3 VOLTE 3
- 4 VOLTE 4
- 5 O PIÙ VOLTE 5
Il punteggio ottenuto dalla somma di tutte le sette domande permetterà di classificare i propri disturbi minzionali:
- 0 punti Disturbi minzionali assenti
- Tra 1 e 7 punti Disturbi minzionali lievi
- Tra 8 e 19 punti Disturbi minzionali moderati
- Tra 20 e 35 punti Disturbi minzionali gravi