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La terapia infiltrativa della gonartrosi

La terapia infiltrativa della gonartrosi

07/09/2022

Il trattamento conservativo della gonartrosi può avvalersi di molte armi: terapia fisica, rinforzo muscolare, perdita di peso, trattamenti fisioterapici, agopuntura, crioterapia, analgesici come la Tachipirina, anti-infiammatori, etc.
Quando questi falliscono, tuttavia, l’ortopedico può proporre la terapia infiltrativa, che si avvale di:
 
  • Corticosteroidi: sono gli antinfiammatori più potenti a disposizione e sono simili alle molecole prodotte dall’organismo. Iniettati nell’articolazione, esplicano lì la loro funzione, spegnendo l’infiammazione e quindi il dolore. L’effetto a breve termine è provato scientificamente. È tuttavia possibile che una quota del farmaco iniettato sia assorbita per via sistemica.Il paziente deve essere avvisato che fenomeni come aumento della pressione sanguigna e aumento della glicemia sono fenomeni temporanei e autolimitanti. Gli effetti collaterali principali sono: l’infezione intra-articolare (con una frequenza dello 0,005-0,01%, quindi estremamente rara a patto di utilizzare una tecnica rigorosamente asettica); l’infiammazione acuta post-iniezione di cortisone (con frequenza 2-5%, solitamente autolimitante in pochi giorni).
  • Acido ialuronico: è considerato un condroprotettore (cioè una sostanza che aiuta la cartilagine a non degenerare). È un costituente della cartilagine stessa e del liquido sinoviale, che si presenta sotto forma di sostanza trasparente e viscosa, con la funzione di richiamare acqua, nutrire e lubrificare l’articolazione. Sembra avere tra gli altri anche un modesto potere anti-infiammatorio. Esistono diverse formulazioni che, a seconda della lunghezza della catena della molecola, hanno funzioni leggermente diverse. L’iniezione intra-articolare di questo farmaco è solitamente ben tollerata e gli effetti collaterali sono tendenzialmente meno frequenti rispetto ai corticosteroidi.
  • Cellule staminali e PRP: le cellule staminali vengono isolate dal tessuto adiposo mentre il PRP (platelet-rich plasma) è derivato dal processo di centrifuga del sangue intero per ottenere un concentrato di piastrine. I test di laboratorio effettuati su questi prodotti sembravano molto promettenti poiché mostravano un ottimo potere anti-infiammatorio e in qualche misura rigenerativo della cartilagine. I test clinici non sono stati in grado finora di dimostrare benefici specifici e certi nel loro utilizzo nel paziente rispetto a corticosteroidi e acido ialuronico. Stando alle conoscenze scientifiche attuali la cartilagine non può essere rigenerata. Il loro utilizzo, pertanto, a parte casi specifici e selezionati, non è da considerarsi un trattamento routinario per l’artrosi di ginocchio. 
 
Tipicamente i pazienti che traggono maggior giovamento dalla terapia infiltrativa sono quelli con una gonartrosi di grado medio (2-3 secondo Kellgren-Lawrence). Questa valutazione viene eseguita su radiografie opportunamente eseguite. 

Il trattamento si compone di tre infiltrazioni (ma possono variare da 1 a 5 a seconda dei casi) da eseguire ogni settimana o ogni due settimane.  
È sempre raccomandato un periodo di riposo durante e subito dopo il trattamento perché mascherare il dolore (come può accadere quando si utilizzano corticosteroidi) può condurre a sovra-sfruttare l’articolazione, aggiungendo ulteriore danno a quello già presente. 
 
I farmaci sopra elencati possono essere utilizzati singolarmente o in associazione per amplificarne l’effetto. 
Il potere anti-infiammatorio dei corticosteroidi viene utilizzato in tutte quelle circostanze in cui è necessario risolvere rapidamente il problema del dolore. 
L’acido ialuronico viene, invece, utilizzato prevalentemente per il suo potere di proteggere l’articolazione. Non è da considerarsi un trattamento strettamente preventivo ma la ripetizione del ciclo (solitamente due volte l’anno), anche senza aspettare la ricomparsa del dolore, può rallentare la progressione dell’artrosi di ginocchio.
 
I trattamenti infiltrativi sono, invece, fortemente sconsigliati in caso di algodistrofia del ginocchio in fase acuta, una patologia caratterizzata da forte dolore locale e gonfiore dell’articolazione, diagnosticata grazie alla risonanza magnetica. Infiltrare acido ialuronico non ha effetto sulla patologia in questione, il cortisone può addirittura essere dannoso. Sarà, comunque, possibile eseguire i suddetti trattamenti dopo un adeguato periodo di trattamento farmacologico e fisioterapico.


Dott. Gianluca Fornara
Ortopedia e Traumatologia
Specialista in Protesi di Anca e Ginocchio
U.S.I. Piazza Vittorio - Via Machiavelli, 22
U.S.I. Serpentara - Via G. Pacchiarotti, 95
U.S.I. Borghesiana - Via Casilina, 1838


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