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Le pollinosi: caratteristiche cliniche e periodi di fioritura nel Lazio

Le pollinosi: caratteristiche cliniche e periodi di fioritura nel Lazio

06/04/2022

Le pollinosi sono delle malattie di tipo allergico delle vie respiratorie (naso, congiuntive e bronchi) indotte dalla inalazione di granuli pollinici in soggetti atopici ovvero geneticamente predisposti a produrre una classe di anticorpi, le IgE (reagine), rivolti verso gli allergeni contenuti nei pollini. 
Tali anticorpi sono responsabili della sintomatologia in quanto, una volta giunti a contatto con gli allergeni specifici, inducono la liberazione di sostanze infiammatorie da alcune cellule come mastcellule a basofili, ampiamente diffuse in tutti i distretti corporei e nel sangue, inducendo i sintomi tipici delle manifestazioni allergiche (secrezione mucosa, prurito, difficoltà respiratoria, tosse, bruciore congiuntivale). 

I pollini, secondo i principi elaborati da Coca nel lontano 1931, per indurre manifestazioni cliniche devono avere determinate caratteristiche:
  1. contenere allergeni in grado di indurre la sensibilizzazione;
  2. essere prodotti in grande quantità e una volta dispersi dal vento possedere la qualità di “galleggiamento” in aria;
  3. derivare da piante produttrici ampiamente distribuite sul territorio.
Dal punto di vista generale va ricordato come il termine pollinosi stia ad indicare un’entità sindromica che raramente interessa un unico organo. La pollinosi, infatti, può essere considerata una malattia di tipo sistemico interessante una costellazione di strutture che molto spesso vengono contemporaneamente coinvolte (anche se non clinicamente ma sicuramente da un punto di vista infiammatorio mucosale): congiuntiva, cavità nasali, seni paranasali, orecchio medio, faringe, laringe, trachea e bronchi. A queste occasionalmente si possono accompagnare manifestazioni extra-respiratorie quali l’orticaria e sintomi costituzionali

I disturbi allergici sono un importante problema di salute pubblica con elevata diffusione in tutta Europa. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità dal 10 al 20% della popolazione europea soffre di allergie indotte dal polline (WHO, 2003). La presenza e le concentrazioni dei pollini aerodispersi sono legate al cambiamento climatico che ne influenza l’inizio, la fine e la durata della stagione, l’intensità e la distribuzione spaziale.
 
I pollini responsabili della sintomatologia
 
Le famiglie botaniche che sul nostro territorio possono produrre alte concentrazioni di pollini sensibilizzanti sono 7 e costituiscono l’Integrale Pollinico Allergenico, IPA (anche chiamato Indice Pollinico Allergenico), termine che sta ad indicare la somma annuale delle concentrazioni giornaliere dei pollini aerodispersi delle seguenti famiglie sottoposte a monitoraggio aereobiologico:
  • Betulaceae (Betula, Alnus); 
  • Corylaceae (Corylus, Carpinus, Ostrya); 
  • Asteraceae (anche chiamate Compositae);
  • Oleaceae (soprattutto Olea, Fraxinus spp.); 
  • Cupressaceae-Taxacea;
  • Graminaceae (o Poaceae), Compositae (o Asteraceae, soprattutto Artemisia e Ambrosia); 
  • Urticaceae (Parietaria, Urtica).
A queste si deve aggiungere la muffa Alternaria che, pur avendo caratteristiche biologiche totalmente diverse, ha un effetto sensibilizzante sovrapponibile a quello dei pollini. La muffa è presente negli ambienti outdoor nel periodo Giugno-Settembre e può essere responsabile di forme severe di asma, specie nei bambini.
 
Ciascuna famiglia botanica ha una sua Stagione Pollinica (SP) ovvero un periodo di tempo in cui disperde in atmosfera quantità significative di polline anemofilo; stagione di pollinazione peraltro molto variabile tra le diverse regioni del paese e nel corso degli anni.

Per quanto riguarda la regione Lazio nella tabella 1 vengono indicate le specie prevalenti, la stagione di pollinazione e la sua durata in giorni.
 
Tabella 1: Concentrazioni polliniche e stagione di fioritura nella regione Lazio

Specie Stagione pollinica (Lazio) Durata in giorni
Asteracee Aprile-Settembre 174
Betulacee Febbraio-Marzo 22
Cupressacee Gennaio-Febbraio 42
Corilacee Gennaio-Maggio  137
Oleacee Giugno  24
Poacee Graminacee Maggio-Aprile  73
Urticacee Aprile-Ottobre 175
Alternaria Giugno-Settembre 116
 

Classificazione delle Pollinosi 

Da un punto di vista classificativo le pollinosi si distinguono in forme pre-primaverili, primaverili-estive e estivo-autunnali.
 
1) POLLINOSI PRE-PRIMAVERILI:
 
I pollini responsabili sono quelli delle cupressacee (Cipresso e Ginepro) che fioriscono nel periodo Gennaio-Febbraio. Le pollinosi indotte da tali pollini sono molto diffuse e responsabili della gran parte delle manifestazioni allergiche (oculorinite soprattutto ma anche asma o tosse) pre-primaverili.
In maniera minore possono essere coinvolti anche i pollini di nocciolo e Ontano mentre quello della Betulla, più diffuso nell’Italia Settentrionale, può essere responsabile di sindrome orale allergica indotta dal consumo di frutta appartenente alle rosacee come mela, pera, pesca, etc.
 
 
2) POLLINOSI PRIMAVERILI-ESTIVE:
 
I pollini di maggior interesse allergologico sono quelli relativi alle graminacee il cui periodo di fioritura è compreso tra Maggio e Aprile.
Le manifestazioni riguardano in gran parte le vie aeree superiori come la mucosa della congiuntiva e del naso ma nel 30% dei casi si può avere un interessamento della mucosa bronchiale.  Dello stesso periodo sono di interesse allergologico la sensibilizzazione all’Olivo (picco di sensibilizzazione limitato a Giugno) e alla Parietaria (picco di sensibilizzazione esteso da Aprile ad ottobre). Entrambi e in modo particolare la parietaria sono in grado di indurre asma in più del 50% dei casi in virtù del ridotto calibro dei pollini che riescono a penetrare in profondità nelle vie aeree.   
 
 
3) POLLINOSI ESTIVO-AUTUNNALI: 
 
Le pollinosi di tale periodo sono determinate da Ambrosia (molto diffusa nel Nord Italia) e Composite; esse incidono per il 10-15% delle pollinosi.  Il periodo di fioritura è sovrapponibile a quello della parietaria creando così dei problemi di diagnosi differenziale per quanto riguarda la natura del polline effettivamente responsabile dei sintomi clinici.
 
 
La terapia delle Pollinosi
 
L’unico trattamento in grado di modificare nel tempo la sintomatologia e limitare l’insorgenza di ulteriori sensibilizzazioni è la vaccinoterapia con estratti allergenici (AIT). Tale trattamento può essere realizzato sia con formulazioni spray che iniettive e deve essere protratto per un periodo di almeno 3 anni consecutivi. Se condotto bene è un trattamento altamente efficace e sicuro. Insieme o in alternativa alla desensibilizzazione per i pazienti che rifiutano tale trattamento possono essere utilizzati diversi farmaci sintomatici che sicuramente riducono i sintomi ma che non sono in grado di modificare la storia clinica.
 
I farmaci utilizzabili variano in funzione del distretto interessato e del livello di intensità della sintomatologia clinica.
Gli anti-istaminici (specie dalla seconda generazione come cetirizina, fexofenadina, loratidina, rupatadina o bilastina) possono essere utilizzati nella rinite e  nella congiuntivite per bocca o per uso topico nasale o congiuntivale. 
Un ruolo altrettanto importante hanno gli steroidi per uso topico come fluticasione o mometasone. 
Più complessa la terapia dell’asma, che si avvale di farmaci per inalazione appartenenti ai corticosteroidi e ai broncodilatatori beta stimolanti o anti colinergici.
 
Un farmaco utilizzabile tanto nella rinite che nell’asma, associato in genere ad altre terapie, è il Montelukast.
Nelle riniti, infine, altrettanto importante è l’utilizzo di soluzioni acquose per decongestionare la mucosa.
 
 
 
Dott. Battista Roberto Polillo
Specialista in Allergologia e Immunologia clinica
Casa di Cura Marco Polo - Viale Marco Polo, 41


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