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Apnea ostruttiva notturna (OSA)

Apnea ostruttiva notturna (OSA)

08/03/2022

L’apnea ostruttiva notturna (OSA) è una condizione clinica caratterizzata dal ricorrere, durante il sonno, di episodi ciclici di ostruzione completa (apnea) o parziale (ipopnea) delle vie aeree superiori per più di 10 s, con persistenza dei  movimenti toracoaddominali. L’OSA è una patologia frequente e spesso sottostimata, che interessa tra il 2% ed il 4% delle donne e degli uomini normopeso fra i 30 e i 65 anni. Nei soggetti obesi con BMI > 30 la prevalenza del disturbo oscilla intorno al 40%.
 
Il sospetto clinico di OSA si impone quando vengono riferiti alcuni sintomi quali:
  • sintomi notturni: russamento abituale e persistente, pause respiratorie nel sonno, risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento o fame d’aria, sonno agitato, poliuria.
  • sintomi diurni: sonnolenza, cefalea, secchezza delle fauci, sensazione di sonno non riposante, astenia, modificazione del tono dell’umore, disturbi della memoria e di concentrazione.
 
La diagnosi di OSA può essere formulata solo dopo esame polisonnografico e viene classificata, in base all’indice di apnea-ipopnea (AHI), in: lieve, moderata e severa.


Grado Osa AHI
Lieve ≥5 e <15
Moderata ≥15 e <30
Severa ≥30


I meccanismi che sottendono alle apnee ostruttive sono vari e l’approccio a tale patologia è spesso multidisciplinare.
È stato più volte dimostrato come la presenza di alterazioni anatomiche o di difetti del controllo delle vie aeree superiori sia fortemente implicata nella genesi delle apnee ostruttive durante il sonno per cui una valutazione specialistica Otorinolaringoiatrica (ORL) diventa indispensabile nel sospetto diagnostico di OSA.
 
L’esame obiettivo prevede:
  • Valutazione dell’indice di massa corporea (BMI), della circonferenza del collo e di eventuali dismorfismi cranio-facciali;
  • Orofaringoscopia;
  • Rinoscopia anteriore; 
  • Fibrolaringoscopia con manovra di Muller.
 
Le opzioni terapeutiche consistono in misure di ordine generale, finalizzate all’eliminazione o alla correzione dei fattori di rischio, ed in terapie causali specifiche con utilizzo di dispositivi o procedure chirurgiche che, agendo sulle prime vie aeree, ne assicurano la pervietà. 
 
Le diverse opzioni oggi disponibili sono:
  • la CPAP, che agisce come un sostegno pneumatico che stabilizza le pareti faringee;
  • l’utilizzo di dispositivi orali che, applicati durante la notte, permettono di aumentare il diametro postero-anteriore faringeo;
  • il trattamento chirurgico dell’apnea ostruttiva del sonno (con interventi quali correzione funzionale del setto, uvulopalatofaringoplastica,TORS, etc.), che mira alla revisione delle prime vie aeree con l’obiettivo di ampliare lo spazio disponibile.
 
In ragione della complessità della patologia e del quadro anatomico del singolo soggetto diventa, quindi, importante stabilire insieme allo specialista Otorinolaringoiatra il percorso diagnostico e terapeutico più idoneo per il paziente.
 
 
Dott.ssa Alessandra Manno
Specialista in Otorinolaringoiatria
U.S.I.  Piazza Vittorio - Via Machiavelli, 22
U.S.I. DOC Tuscolana - Via Tuscolana, 212/f


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