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Asma bronchiale: come eseguire una diagnosi in tempi rapidi

Asma bronchiale: come eseguire una diagnosi in tempi rapidi

30/04/2021

L’asma bronchiale è una patologia ostruttiva delle vie respiratorie caratterizzata dalla difficoltà da parte del paziente a respirare durante le proprie attività quotidiane. Si tratta di una delle patologie polmonari più frequenti al mondo, che colpisce un totale di 150 milioni di persone e che in Italia impatta in circa 3 milioni di individui, richiedendo cure e attenzioni da parte del proprio pneumologo di fiducia in concerto con altre figure professionali come l’otorinolaringoiatra e/o l’allergologo. 
 
Il sintomo principale è caratterizzato dalla dispnea, detta anche fame d’aria o fatica respiratoria, un sintomo che negli ultimi mesi è stato spesso associato alla patologia COVID-19 ma che deve invece essere sempre indagato in uno spettro ben più ampio di condizioni come asma, bronchite cronica ostruttiva, bronchiectasie, insufficienza respiratoria o persino fibrosi polmonare. Questa difficoltà respiratoria si caratterizza, inoltre, per la sua variabilità durante l’arco della giornata, con un maggiore impatto durante le ore notturne e durante le prime ore del mattino in cui il paziente manifesta una sensazione di “fischio”
 
Talvolta la dispnea potrà mostrare peggioramenti improvvisi ed acuti in determinate situazioni come l’esercizio fisico, le infezioni, il fumo di sigaretta, il polline e/o gli agenti inalanti cui il paziente manifesta un tratto allergico: in tutti questi casi è di fondamentale importanza che il paziente abbia con sé il suo inalatore “di salvataggio” per eseguire una broncodilatazione immediata allo scopo di prevenire un attacco acuto di asma, potenzialmente fatale. Naturalmente questa terapia di salvataggio dovrà essere sempre accompagnata da una costante e solida terapia di mantenimento a base di spray o polveri per una terapia inalatoria efficace.
 
Altri sintomi tipici del paziente affetto da asma bronchiale sono la presenza di tosse secca e stizzosa, che non risponde ai classici rimedi, ed anche una sensazione di oppressione al petto, come di un vestito estremamente aderente e stretto o di un peso che si manifesta maggiormente nelle ore notturne ed è dovuto alla difficoltà del paziente di espettorare il catarro.

Molti pazienti (ma anche molti medici) domandano spesso al proprio pneumologo di fiducia: come si può eseguire una diagnosi in tempi rapidi sulla base di questi sospetti? Di quali strumenti si deve dotare il professionista per confermare o escludere il sospetto di asma bronchiale?
 
La risposta risiede nel principale test del mondo della pneumologia: la spirometria.
 
La spirometria permette, infatti, l’analisi del flusso di aria durante delle manovre di respirazione eseguite con calma e lentezza alternate a fasi di esecuzione in modalità “forzata”, in cui il paziente esegue uno sforzo massimale in modo tale da evidenziare eventuali problemi di “ostruzione” al flusso di aria per porre diagnosi di patologia ostruttiva come l’asma bronchiale.
Una volta eseguita la spirometria e posta la diagnosi, nessuna paura o preoccupazione: lo specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio sarà pronto ad aiutarvi nella gestione della patologia asmatica mediante la corretta impostazione della terapia inalatoria, dei controlli spirometrici e dei controlli radiologici allo scopo di ottenere un trattamento costruito sulle esigenze personali di ogni paziente.
 
 
 
Dott. Pier Valerio Mari
Specialista Pneumologo
Dirigente Medico, Ospedale S. Carlo di Nancy
In-training PhD, Università Cattolica del Sacro Cuore
U.S.I. Doc Prati - Via V. Orsini, 18


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