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Mobilizzazione (manipolazione) della colonna

Che cos'è la Mobilizzazione (manipolazione) della colonna?

E' un gesto medico terapeutico; è una manovra precisa, un movimento passivo che va oltre il limite fisiologico della mobilità articolare passiva, le cui indicazioni e controindicazioni devono essere definite preventivamente tramite un esame accurato generale e locale del paziente. Viene abitualmente utilizzata con lo scopo di mantenere o recuperare l'escursione articolare della colonna, prevenire e recuperare riduzioni della sua estensibilità.

Si esegue nella direzione e posizione scelta dal medico con la “messa in tensione“, con un breve impulso, cioè con un movimento rapido e molto limitato che sembra vincere una resistenza dell’articolazione. I vantaggi di questa applicazione sono quelli di apportare stimoli che coinvolgono le vie di informazione, i centri di integrazione e le vie di esecuzione facilitando in questo modo la prevenzione del danno funzionale, recuperare la funzione motoria e ottenere un sollievo dal dolore.

I possibili inconvenienti sono rappresentati da episodi di sofferenza neurovegetativa (nausea, vertigini, sbalzi pressori) in particolare in pazienti con labilità pressoria o affetti da una malattia dell'arteria vertebrale o della carotide, da un aggravamento della sintomatologia dolorosa, da una scarsa tollerabilità individuale alle manovre di mobilizzazione. Le indicazioni comprendono cefalee di origine cervicale, cervico-dorso-lombalgia, sindrome vertebrale, sindrome disco-articolare, apofisite spinosa, pubalgia, cruralgia, sciatalgia, coccigodinia. Le controindicazioni sono costituite da lesioni traumatiche recenti della colonna o da fratture vertebrali non consolidate, dalla presenza di grave osteoporosi, di ernie del disco migrate o espulse, di spondilodisciti, di stenosi del canale vertebrale, di insufficienza vertebro-basilare e/o da processi infettivi o tumorali localizzati al rachide.